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Minitour Meana & Miniere di Gadoni 2019

Le immagini più belle e un poco di storia

Grazie a Giangiuliano Pattarozzi, oltre al buon cibo tipico della zona di Meana, è stata occasione ghiotta per conoscere luoghi e storie che in molti ignoravamo. Storie di una terra millenaria e di uomini che l'hanno letteralmente "vissuta" tra gioie e sofferenze, fatiche e impegno......e non solo. Ecco qualche cenno. La miniera di Funtana Raminosa (GADONI), situata nelle rive del torrente Saraxinus è tutta da scoprire per le sue origini antichissime.
Gli esperti che studiarono la miniera nei primi anni del 1800, scoprirono con entusiasmo i segni di una ininterrotta attività estrattiva che risaliva agli antichi Romani.

Tra le scoperte archeologiche di grande interesse figurano alcuni dischi di porfido e un forno fusorio che custodiva un singolare lingotto di rame. Risalgono al 1517 i permessi concessi allo spagnolo Pietro Xinto che poté avviare la ricerca per gli scavi e le coltivazioni da effettuare in una vasta zona. I lavori di perlustrazione del sottosuolo vennero approfonditi nel 1882 da Vincenzo Ridi: fu il primo ricercatore che adottò, in questa miniera, moderni lavori di esplorazione.
La vera scoperta di un ricco giacimento si deve però agli ingegneri Emilio Jacob e Luigi Sanna Manunta. Quando, nel 1913, la miniera passò all’avvocato Paolo Guinebertière che negli anni seguenti fondò la Societè Anonyme des Mines de Cuivre de Sardaigne, questa miniera conobbe nuove tecniche estrattive.

Devi Sapere che
Nel 1979, dopo il passaggio alla SAMIM S.p.A., venne realizzato un nuovo e imponente impianto: inaugurato nel 1982 funzionò per pochi mesi, causa la tipologia del giacimento e per il calo delle quotazioni del rame. Fu quindi l’inizio del graduale abbandono dell’attività estrattiva.
Il trasporto del materiale, in assenza di strade e ferrovie, era molto complicato per le distanze tra i vari cantieri e i grandi dislivelli del terreno roccioso. Problemi che vennero comunque superati con la costruzione di due teleferiche: la prima, che risale al 1912, serviva soprattutto per trasferire il minerale all’altopiano di Taccu Zippiri. La seconda teleferica venne costruita nel 1956 per il trasporto esclusivo dei materiali grezzi dalla miniera fino all’impianto di lavorazione.
Entrambe le teleferiche erano provviste di due funi d’acciaio portanti, indispensabili per il sostegno dei carrelli, e due robuste funi traenti che ne garantivano il movimento.
Curiosità

L’imprenditore Marcello Ravizza ipotizzò, durante il regime fascista, la nascita di un "villaggio del rame" nell’area occupata dalla miniera di Funtana Raminosa.
In questa ipotetica cittadina, dotata perfino di un piccolo aeroporto, dovevano alloggiare almeno 2200 operai. Ma il piano di Ravizza non fu realizzato nella sua completezza. Vennero assicurati gli stipendi a centinaia di minatori fino ai primi anni Ottanta.
Cessata nel 1980, l’attività estrattiva nella miniera di Funtana Raminosa, ha ceduto il passo, alla fine degli anni Novanta, alla riqualificazione dell’area che IGEA S.p.A. ha portato avanti per finalità turistiche e culturali.

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